Caro Presidente,
so che sei stato tra i primi a leggere il contestato libro del generale della Folgore, ing. Roberto Vannacci (Il Mondo al contrario). Avrei piacere di sapere cosa ne pensi del polverone che ha suscitato la sua opera
Cordiali saluti
Piero
Caro Piero,
ho letto e apprezzato il libro del generale Vannacci, lo trovo impeccabile per coerenza, lucidità e chiarezza espositiva.
Mi è piaciuto lo stile asciutto, scorrevole, mai ambivalente. Non mi sorprende l’irritazione dei partiti, maschere delegittimate e distaccate della rappresentanza politico pseudo democratica.
Anche il silenzio dei sindacati non mi sconcerta.
Dopo la parentesi pandemica, non c’è da stupirsi se i rappresentanti dei lavoratori declinano la difesa di un dipendente dello Stato che si schiera con la truppa e denuncia lo stato maggiore.
Un tanto succede quando si frequentano più i salotti delle fabbriche e i più i ristoranti stellati delle mense operaie.
Il libro del generale “Folgorino” profonde speranze; se è vero che viviamo in un paese di pecore governato da oche, Lui ha suonato la campanella e il personaggio si fa sentire, non è un pollo in batteria
Ma, al di là della simpatia che nutro verso chiunque veleggia, con spirito costruttivo, controcorrente, non posso sorvolare (che sindacalista sarei diversamente) sull’ennesimo e bieco attacco della stampa nostrana alla libertà di pensiero, un bene che trascende la figura del generale e che tutti ci coinvolge, perlomeno quelli che hanno ancora qualche neurone che gira nel cervello.
E l’occasione mi induce a rammemorare qualche passaggio, tutt’altro che marginale, della nostra forestiera costituzione.
Si strombazza, da ogni dove, che viviamo in un paese democratico ma in un paese democratico ad ognuno dovrebbe essere consentito di diffondere e promuovere, nei limiti dell’ordinamento giuridico, le proprie idee e convinzioni. La repubblica, recita la “Bella Addormentata” all’art. 2 (Cost.) riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e la libertà, anche quella di espressione è un diritto inviolabile, si dice anche insopprimibile”. Visto che ci siamo, sbirciando anche il terzo articolo della sempre “Bella Addormentata” apprendiamo che “Tutti i cittadini – anche i militari quindi – hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Concludo il mio flash pensiero, recuperando anche il dirimente art. 21 della Magna Carta (non spaventatevi qualcuno ha ancora il coraggio di chiamarla così):
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Potrei continuare ma ce n’è abbastanza anche per i babbalei formato Elly Schlein.
Se qualcuno si domanda, perché tanto dileggio contro il generale Vannacci, non saprei rispondere.
Forse si vuole punire un generale che i soldati acclamavano come il comandante e fratello migliore, forse perché l’emblema di un generale della Repubblica è ancora quello di stampo badogliano o forse e più probabilmente, perché Vannacci racconta la verità, quella verità che ci rende davvero liberi perché smaschera il ciarpame ideologico che vogliono imporci i nemici dell’umanità, magari per rinchiuderci nell’infernale “Mondo al Contrario”.