Dalla svolta del giuslavorista Biagi il lavoro in Italia è sempre più nelle mani delle Agenzie di lavoro interinali; esse sono parte dei fenomeni mondiali del neocapitalismo quali delocalizzazione della produzione, grande distribuzione, commercio online.
Tutte queste favoriscono il lavoro usa e getta.
In questo tritacarne socio-lavorativo le agenzie interinali si trovano a proprio agio!
La “mediazione ” di tante tipologie lavorative ( essendo poi egemoni di tutti quei mestieri cosiddetti “nuovi” ) conservano comunque lo stato di precarietà sia nei tempi di durata dei contratti ,come anche nella indicazione (quasi sempre simulata) delle ore lavoro settimanali ovvero nella quantificazione retributiva dell’ora lavoro.
Ma vediamo come funziona il suo meccanismo.
Le Agenzie di lavoro interinale si interpongono nel mercato della domanda e offerta del lavoro mediante una forte politica di marketing sociale; esse si presentano su territorio con sedi ultramoderne e dalla logistica molto pratica e intelligente.
Prima tra le funzioni è la raccolta in proprie archivi di dati sensibili di persone disponibili a lavorare, orientandone per tramite di un colloquio, l’eventuale accordo lavorativo ovviamente utilizzando i tempi minimi che di volta in volta vengono rinnovati fino al raggiungimento del semestre o dell’anno di occupazione.
Si tratta quindi di una applicazione ancor più estrema del contratto a tempo determinato (che a volte non supera le 24 ore) che si basa sulla indicazione di un numero di ore settimanali, quasi sempre inferiori rispetto all’effettivo bisogno cui viene fatta supplenza per tramite dell’utilizzo di ore lavoro straordinario.
Tutto ciò fa cambiare nettamente il calendario delle ore lavoro che si ritrova raddoppiato nella sostanza.
Ciò crea utilità per le agenzie (che ricordo essere il vero datore di lavoro) ma soprattutto per le aziende presso cui i lavoratori prestano il proprio impegno.
Facciamo un esempio utilizzando nomi di fantasia: tizio in cerca di lavoro si rivolge ad una agenzia interinale, individua il probabile lavoro e firma il contratto quindi inizia il rapporto lavorativo che alla luce del contratto si dovrebbe svolgere in due ore mentre in sostanza ne occorrono almeno quattro!
Tizio quindi cerca di ottimizzare lavorando “velocemente” esponendosi al rischio di infortunio ovvero al richiamo del superiore addetto al controllo; tutto questo mette pressione e stato di soggezione del lavoratore che per mantenerlo è obbligato ad accettare la dilatazione d’impegno per tramite di ore di straordinario che portano il monte ore effettivo al doppio delle ore stabilito nel medesimo contratto.
Da ultimo il ” fast work” non assicura professionalità, che sappiamo bene si raggiunge con il tempo d’impiego nel medesimo ruolo.
Alla suesposta riflessione va aggiunta la nota dolente dei famigerati “NAVIGATOR”; essi sono una sorta di “procuratori di lavoro ” per coloro che percepiscono la misura del reddito di cittadinanza di cui non se ne conosce nè la identità ne l’ufficio e meno che mai le strategie per la ricerca e l’offerta dei posti di lavoro.
Capitolo a parte sono i lavori online o generati da Applicazioni su telefonino quasi sempre precari e che in passato risultavano essere legate all’impiego stesso come il “fattorino” del vecchio negozio di vicinato che consegnava la spese presso il domicilio del cliente che fosse nelle condizioni di non poter fare la spesa per avanzato stato di età ovvero per altra ragione.
Oggi costoro vengono definiti “Riders”, arruolati per tramite di annunci web, con marginalità precaria di guadagni, legati peraltro ad una sorta di “cottimo” dinamico legato alle consegne effettuate ed al quantum ricavato.
Una sorta di ” neo-caporalato” tecnologico che si basa sul precariato e sulla assenza di tutela sindacale.
Il sistema ad oggi ha consentito tutto ciò, malgrado la presenza di uffici di controllo, ( ispettorati del lavoro) sindacati territorialmente diffusi e radicati su tutto il territorio nazionale in una sorta di connivenza tra le parti in nome della innovazione e modernità che purtroppo si ritorce sui lavoratori sempre meno tutelati come peraltro avviene nella realtà cinese, indiana e di tutte quelle nuove potenze produttive mondiali.
Non sempre infatti modernità coincide con tutela del lavoro e tutto questo viene dimostrato dall’aumento della casistica degli infortuni per tutta la categoria di lavoro qui descritta come FAST WORK.
Figure come stagisti o praticanti, ovvero stagionali non dispongono di strumenti di tutela in ragione della Novità che non è stata raggiunta da una norma che disciplini il suo regolare svolgimento (vedasi Riders etc).
Altre figure lavorative, (di solito addetti alla vendita porta a porta ) addirittura vengono simulate con l’apertura di P.IVA a piccoli imprenditori dalla casa madre che in effetti altri non è che il vero datore di lavoro che per tramite di questo stratagemma elude tutta la stringente legislazione sulla previdenza e sicurezza nel lavoro.
AZIONE SINDACALE LANCIA UN APPELLO PER LA DISSIMULAZIONE DEL LAVORO PRECARIO E A TEMPO OLTREMODO DETERMINATO PUBBLICANDO SUL PROPRIO SITO UN LINK ENTRO CUI SI POSSONO SEGNALARE FATTI E VICENDE PER COME QUI DESCRITTI!
Grande iniziativa da una Grande Persona che da sempre si batte per la “giustezza” Sociale: quanto si vivrebbe bene su sta Terra ormai sfinita, se l’Umano essere sfruttasse la Mente!
ed il Cuore come fa Mauro. Un caro Saluto