La storia si ripete
Non furono le invasioni barbariche e il Cristianesimo a sfaldare il più grande impero della Storia ma la gestione del Potere.
Roma imperò fino a quando onorò il “culto del cittadino”, uno status che assicurava a chiunque si fosse impegnato, con merito pubblico, di salire dai marciapiedi dell’Urbe alla massima carica dell’impero.
Il cittadino romano partecipava e difendeva la sua patria, la terra dei padri, perché si sentiva figlio di una comunità che era anche una madre generosa.
La figura del Tribuno della Plebe è rivelatrice; difendendo e rappresentando il popolo di Roma al Tribuno era garantita una condizione di quasi sacralità e perfino di veto su gran parte delle decisioni politiche.
Roma aveva bisogno del suo popolo e il suo popolo aveva bisogno di Roma.
Vale la pena ricordare che il declino dell’impero concise proprio con il tramonto del “culto del cittadino”.
Quando la cittadinanza attiva e la partecipazione valoriale furono sostituite dai mercanti del potere (generali delle legioni e speculatori dell’epoca … Vi ricorda qualcosa di attuale?) il cittadino romano si trasformò in un suddito, distaccato dalla politica.
Iniziò così ad obbedire per paura, relativizzò i suoi principi, fu costretto a mescolare le sue tradizioni e ad omologare il suo sentire.
Perse l’anima comunitaria e fu esautorato del suo legittimo potere. Così, l’impero romano d’occidente, senza l’anima del “culto del cittadino”, fu inghiottito nella barbarie
La costituzione tradita
La Costituzione italiana seppe miscelare, in un compromesso mirabile, la cultura, la tradizione e le pulsioni di un’epoca in attesa di redenzione.
Cattolici, socialisti e liberali, in un anelito storico irripetibile, fissarono nella Carta delle leggi, principi, valori e diritti su cui avviare la costruzione di una comunità solidale, una sorta di rinnovato “culto del cittadino”.
Dal documento prorompono i diritti di libertà, opportunamente correlati con i doveri e le responsabilità che si attendono da una collettività matura.
Se riconosci un diritto devi accertarti, in premessa, che non ci siano impedimenti ad esigerlo, in altre parole che si senta il dovere sociale di onorarlo.
Nessun diritto è esigibile se l’uomo, la collettività o l’istituzione che si trova in controparte, non lo considera un dovere.
Serve dunque il consenso perché nessuna comunità si regge, alla lunga, sulla coazione.
Anche le dittature più feroci cercano il consenso, un consenso comprensibilmente manipolato perché l’antidemocrazia (governo in cui il potere NON viene esercitato dal popolo) non può che estorcerlo con l’inganno.
Un raggiro tanto più facile quanto più scarsa è la conoscenza delle cose, il livello culturale del paese, il disinteresse sociale, la mancanza di spirito critico, l’assenza di un libero e paritario confronto, la corruzione e l’interesse personale.
L’Italia prima di entrare nell’Euro e nell’Unione Europea.
Per chi ha la memoria corta vale la pena ricordare che l’Italia della liretta, Il 15 maggio 1991 era classificata come la quarta potenza economica del mondo, dopo Stati Uniti, Giappone e Germania, davanti a Francia e Regno Unito ed esclusa l’URSS, ormai in dissoluzione.
La graduatoria è formalizzata in un rapporto messo a punto da Business International, società del gruppo dell’Economist, fra i più autorevoli periodici economici del mondo.
Oggi, però… Qualcuno ha deciso che il nostro posto non era in Paradiso.
Indagheremo altrove il percorso di degrado che ci ha portato dove siamo, con nomi e cognomi dei responsabili.
Il nostro paese, da quando è entrato nell’Euro e nell’Unione Europea, è in caduta libera, una realtà che cozza con le dichiarazioni lenitive che rimbalzano sui media del Belpaese.
Quando esamineremo gli articoli della nostra Costituzione che ineriscono al lavoro e alla libertà responsabile, capirete quanto tempo abbiamo perso e stiamo perdendo guardando, da comparse, i nemici della democrazia e i predatori del nostro futuro.
Chi ha ragione ti sfida chi t’imbroglia si sfila (antico proverbio)
La scienzasi fonda sull’osservazione, sull’esperienza e sul calcolo. Le conoscenze scientifiche, sin dai tempi di Galileo Galilei, sono sintesi di empirismo e ragione, acquisizioni di conoscenze verificabili e sempre discutibili.
La scienza è estranea al principio di autorità e vivifica dove non esistono pregiudizi. La narrazione che elimina la discussione e il confronto, sviluppa accettazione fideistica, una formula, laica o ecclesiale che sia, incompatibile con l’organizzazione democratica e sociale dello Stato.
Promuovere, condividere o veicolare affermazioni dogmatiche, accolte passivamente, senza analisi e contraddittorio, significa riaprire le porte al cardinale Bellarmino e sconfessare il motto dell’Illuminismo “Abbi il coraggio di servirti della tua intelligenza”.
Ignoranza istituzionale
L’attuale Capo di Governo non aveva di fronte un uditorio di baluba congolesi quando ha dichiarato che l’Italia è uno stato laico.
L’affermazione, una banalità da bar del Giambellino», ha tuttavia scatenato un giubilo incontenibile tra la folla, accompagnato da sventolanti bandiere arcobaleno.
L’assenza di analisi e di dibattito, in un paese come il nostro, storicamente incline al servilismo, non può che favorire pulsioni irrazionali.
Nessuno, infatti, pare aver letto e valutato il contenuto della lettera recapitata dalla Santa Sede.
L’art. 2 comma 3 dell’attuale Accordo di Revisione del Concordato, richiamato nella missiva vaticana e sottoscritto dallo Stato Italiano, garantisce ai cattolici e alle loro associazioni, la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero.
Se il disegno di legge Zan, un impasto giuridico da paesi del terzo mondo, dovesse farsi legge, i cattolici, ma non solo, potrebbero essere chiamati a rispondere penalmente delle loro legittime credenze e convinzioni.
Guai ad affermare, leggete tra le righe, che la famiglia è quella incarnata da un uomo e una donna, anche se a ricordarlo è quell’immortale che tutti, a parole, riconosciamo su un gradino più alto di quello del Banker.
Ritenere quantomeno fantasioso che un maschio si senta femmina ad ore alterne, che possa gareggiare sul piano fisco con una donna massacrandola sul ring, che possa deliziarsi ad allattare senza latte, ma pensando di averlo e altre fratture mentali del genere sono tutte situazioni che, se pubblicamente disconosciute, potrebbero etichettare i proferenti di omotransfobia.
Insomma che la pandemia abbia lasciato delle tracce non ci sono dubbi ma al nostro premier, una spruzzatina di diritto, sicuramente non guasterebbe.
L’uniformità gregaria
C’è chi sostiene che esiste una forza attrattiva che spiega la dinamica comportamentale del momento. La psicologia sociale la definisce “Uniformità gregaria”.
L’uniformità gregaria tende a formare delle greggi di idee e di opinioni e ad uniformare il comportamento degli uomini alla ricerca della condivisione.
Gustave Le Bon nel suo impareggiabile “Psicologia delle folle”, ci ricorda che il gregge (la folla) ha un atteggiamento bellicoso verso chi dissente o si allontana dal suo perimetro; ha paura di chi sostiene una posizione diversa che vede come una minaccia alla sua sicurezza”.
La storia, più predittiva del futuro del vescovo di Roma, può confermarci questa teoria, molto di più delle parole.
Il nazismo, lo stalinismo, Pol Pot … sono esempi reali del danno causato dai manipolatori seriali delle folle, moltitudini capaci di gesti estremi sia eroici sia di massima nefandezza.
Oggi questa distorsione naturale è cavalcata da diversi organismi di potere accumunati da un disegno preciso (Per approfondimenti vi consiglio di leggere il libro di Klaus Schwab “COVID-19: The Great Reset”, pubblicato il 9 luglio 2020. Klaus Schwab è professore di economia politica all’Università di Ginevra e fondatore e attuale direttore esecutivo del World Economic Forun di Davos).
Politici, giornalisti, pseudo scienziati ed influencer, insieme ad altri più o meno consapevoli esportatori del “dogma indiscusso”, stanno distruggendo la logica del pensiero razionale.
Abbagliati dalle frasi ad effetto e dagli eroi di carta, i fatti svaniscono e con essi le prove delle ricorrenti bugie.
Lo hanno fatto e lo stanno facendo con la campagna vaccinale. Io intravedo nitidamente un gregge tra le greggi; il gregge dei vaccinati.
Una folla indotta con ogni mezzo a farsi inoculare un siero sperimentale, puntellato da un’autorizzazione provvisoria dell’EMA. Le case farmaceutiche, vale la pena ricordarlo, non hanno validato alcun vaccino (anche l’uso del termine è improprio) e hanno tempo, salvo proroghe, fino a dicembre 2023 per farlo.
Per intanto, le cavie del mega esperimento, sono le persone che hanno deciso di affidare il loro corpo alla Scienza.
Insomma, dopo lo stato etico, discutibilmente valoriale dell’era fascista, siamo precipitati nello stato etico del banker Mario Draghi, caratterizzato da una ancora più pervasiva catechesi.
Per persuadere le masse disorientate ed impaurite, birra gratis per tutti, ingresso libero alle partite di calcio, biglietti scontati per i teatri, confezioni di uova fresche, 1 litro d’olio, un autografo…” Lenticchie contro salute”.
Fuori dai centri di recupero mentale, in condizione di normalità, questa vergogna avrebbe innescato tuttalpiù l’ennesimo teatrino di Crozza.
Termina qui questa riflessione. A chi mi scrive, benevolmente invitandomi a cercare anche il bene, rispondo che tale nobile missione la lascio ai preti e ai politici. Io faccio il sindacalista da 40 anni e quello che mi riesce meglio è scoprire le volpi prima che mangino le galline!