HomeVALORI SINDACALISe Giolitti fu definito il ministro della malavita, questi due, cosa sono?

Se Giolitti fu definito il ministro della malavita, questi due, cosa sono?

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Ebbene sì, vogliamo spedirlo cristianamente a casa, il mingherlino precocemente bullizzato, con il complesso di inferiorità e la brama di rivalsa.

Il personaggio è proprio Lui, l’ex assessore all’urbanistica del comune di Potenza, il ministro Roberto Speranza, intrepido segretario nazionale del partito dei Panda a due gambe, denominato “Articolo Uno, esempio di divergenza cognitiva e di contrapposizione tra le parole e i fatti.

Per comprendere l’ingannevole appellativo della parrocchia speranzina, basti pensare che ad ispirare il Bobo della sanità, nella ricerca di una denominazione appetibile da affibbiare al suo partitino da VVF, è stato proprio il primo articolo della nostra Costituzione, quello che ci ricorda che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”; quel lavoro che proprio Lui, da quando è scoppiata la psicopandemia, sta sistematicamente distruggendo.

SE NON METTI LA MASCHERINA, PER BOBO MERITI LA GALERA.

Il ministro vuole farci davvero incazzare! Ecco cosa si è inventato il profeta delle disgrazie del governo dei migliori, auspicabilmente in partenza

Gli asintomatici, per capirci tutti i sani che hanno scoperto di essere malati ma senza rischio di compromissione, saranno obbligati ad indossare la mascherina Ffp2. Per i trasgressori, sarà previsto l’arresto da 3 a 18 mesi e un’ammenda da 500 a 5.000 euro.

Mentre i ladri, i drogati, gli usurai e i violentatori seriali escono dalle carceri perché, si dice, sono ambienti troppo angusti ed inospitali per loro, la galera è un vestito sartoriale per quei teppisti asociali che non indossano le mascherine ffp2 e protestano democraticamente in piazza.

La misura, che definire poliziesca non rende l’idea, è contenuta in una circolare che il ministro sta mettendo a punto.

Poco importa se l’intellighenzia governativa si dimentica che per comminare una sanzione (arresto e/o a ammenda), si deve introdurre un reato contravvenzionale e aprire un procedimento penale.

Poco importa ancora se l’esecuzione della pena è sospesa fino all’esito della procedura, il Bobo vuole essere sbrigativo: “Intanto li mandiamo in galera, poi, si vedrà”.

Ultimissime dall’agorà.

Forse lassù, qualcuno ancora ci ama.

È infatti assai probabile un game over del “Califfo italiano”, approdato dalla speculazione dei mercati al governo del Bel Paese.

Se così sarà, in alto le bandiere per festeggiare la fine di un autocrate imposto extra parlamento, alla direzione dell’Italia.

Il vento della Divina Provvidenza accompagni, fuori da Palazzo Chigi, il gonfaloniere della post democrazia, il sistema che conserva le forme ma elimina la sostanza della sovranità popolare.

Se ne vada il banchiere degli oligarchi che nel delirio senile di onnipotenza si dichiara rappresentante delle piazze dimenticandosi di averle definite luoghi dove si svolgono proteste inaccettabili e non autorizzate.

Pagliaccio smemorato! Se ne vada lo statista più dissociato della storia d’Italia che mentre chiede la fiducia alle camere insultando tre quarti del parlamento reclama anche i pieni poteri.

Non ci è dato sapere quante dosi di vaccino gli abbiano somministrato e neppure quante volte, coricandosi, si sia dimenticato di sganciare la mascherina ma possiamo intuire, visto i manifesti effetti collaterali, che abbia scrupolosamente osservato la terapia del mago Speranza

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